Non è ancora stata scritta la parola fine riguardo all’emergenza legata al Covid-19, la pandemia sta colpendo varie aree del mondo in modo costante. Il Nord e Sud America sono nel pieno della diffusione del contagio, ma anche l’Europa, dopo un paio di mesi di calma piatta, ha visto un crescente aumento dei positivi.
Gli ultimi dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (al 28 agosto) riflettono una situazione legata a questi numeri (Ultimi dati OMS. Fonte: Health Emergency Dashboard, 10.33 am):
Europa
(Ultimi dati OMS, inclusa Italia, fonte Dashboard Who European Region, 27 Agosto ore 10.00 am)
- 4.116.185 casi confermati
- 218.168 morti
America
- 12.869.643 casi confermati
- 454.818 morti
Sud Est Asiatico
- 3.905.060 casi confermati
- 73.097 morti
Mediterraneo orientale
- 1.878.490 casi confermati
- 49.883 morti
Africa
- 1.026.101 casi confermati
- 21.093 morti
Pacifico Occidentale
- 477.061 casi confermati
- 10.307 morti
Tutto questo ci porta a una situazione complessiva dove:
- 24.257.989 sono i casi confermati dall’inizio della pandemia
- 827.246 morti
Ovviamente i casi confermati rappresentano un numero molto inferiore rispetto ai relativi contagiati, perché comunque il tampone viene fatto solo determinate persone che presentano sintomi oppure che sono stati in contatto con positivi al covid.
Un’osservazione importante da fare è che questo virus non sembra risentire della stagionalità, perché l’indice dei contagi non pare mutare a seconda dell’emisfero, quindi anche là dove siamo in estate la diffusione della pandemia non subisce alterazioni collegabili direttamente alla stagione calda, il caso più emblematico in questo senso sono gli Stati Uniti che hanno vissuto il pieno delle pandemia da maggio ad agosto.
In questa situazione diventa impossibile fare previsioni a medio/lungo termine, considerando che l’andamento della curva dei contagi è poco incline a essere giudicabile secondo parametri fissi, impossibile definire quando si potrà effettivamente considerare conclusa questa emergenza, la produzione di un vaccino definitivo rappresenta un ulteriore fattore d’incertezza, dal momento che solitamente i vaccini influenzali non sono mai totalmente debellanti.
La cosa in cui sperare è la creazione di protocolli certi a fronte di una situazione che non deve più essere visto come d’emergenza, ma di pura normalità.